User Profile Disks su Windows Server 2012 R2 / 2016 RDS

Fino all’uscita di Windows Server 2012 R2 nel caso di utilizzo di una collections in ambito Remote Desktop Service, ovvero utilizzare diversi Session Hosts sotto la stessa configurazione logica, poteva essere frustante per gli utenti perchè non sapendo mai su quale server si andava a lavorare dovevano replicare le varie configurazioni sui vari server della collections.

Un primo aiuto si aveva con l’utilizzo dei Folder Redirection per spostare almeno il Desktop e la cartella Documenti su un altro server, in questo modo queste due cartelle erano sempre accessibili indipendentemente dal server usato.

Un secondo aiuto era dato dai Roaming Profiles in modo da sincronizzare il profilo degli utenti su un altro server, anche in questo caso però spesso si allungavano i tempi di login/logout per via del tempo necessario alla replica del profilo. Inoltre a volte si creavano anche conflitti o comunque problemi nella replica dei file contenuti nel percorso.

Da Windows Server 2012 R2 Microsoft ha introdotto una terza funzionalità che si sposa molto bene con le Folder Redirection e va a sostituire i Roaming Profiles negli ambienti Remote Desktop, sto parlando degli User Profiles Disks.

User Profiles Disks cosa sono

Gli User Profiles Disks sono una funzionalità che consente di spostare la cartella del profilo utente (o solo alcune cartelle) dal disco locale nel percorso standard c:\users\utente\.. in un file VHD separato per ogni utente e salvato in una share di rete. Il virtual disk è montato in automatico dal sistema in fase di logon e smontato in fase di logout.

In questo modo il file sarà sempre lo stesso indipendentemente dal server usato dall’utente.

Configurare gli User Profiles Disks

Il primo passaggio è quello di creare una cartella condivisa su un file server, nel nostro caso abbiamo creato la share \\srv-fps02\upd$\.

Se si hanno più Collections per le quali configurare gli UPD bisogna creare più sottocartelle, questo perchè gli UPD sono relativi alla singola Collection.

Nel nostro caso la share sarà quindi \\srv-fps02\upd$\RD_Standard.

Iniziamo la configurazione dell’UPD aprendo il Server Manager -> Remote Desktops Services -> Collections e qui selezioniamo la collection desiderata quindi clicchiamo su Tasks -> Edit properties:

Server Manager

Nella maschera delle proprietà andiamo alla sezione User Profile Disks e mettiamo la spunta su Enable user profiles disks, questo abiliterà le altre opzioni:

Session Collections

Successivamente dobbiamo inserire la share di rete configurata precedentemente e impostare una dimensione massima alla dimensione del profilo, nel caso di default è impostata a 20GB.

Session Collections options

Scendendo nella pagina trovate due opzioni:

  1. Store all user settings and data on the user profile disk
    • Selezionando questa opzione tutte la cartelle contenute nel profilo utente saranno salvate nel disco virtuale ad eccezione di quelle che specifichiamo
  2. Store only the following folders on the user profile disk
    • Selezionando questa opzione solo le cartelle selezionate saranno spostate nel disco virtuale

Per ora possiamo lasciare le impostazioni di default, quindi tutte le cartelle saranno spostate.

Dopo qualche secondo le impostazioni saranno applicate, assicuratevi che i permessi della cartella impostata siano stati modificati in modo che i due server RDP abbiamo accesso completo alla cartella:

Permission

Nel nostro caso la collections è composta da due server SRV-RDS01 e SRV-RDS02.

Allo stesso modo anche i permessi di condivisione sono stati modificati per aggiungere i due server:

Share Permission

Nella cartella di rete potete vedere che è stato creato un file VHD che sarà usato come template, in pratica al primo logon di un nuovo utente questo file sarà copiato e rinominato in funzione del SID dell’utente.

Al primo accesso di un utente ci ritroveremo con una situazione del genere:

Folder

Come vedete oltre al file template troviamo anche altri due dischi virtuali, in questo caso si sono loggati un utente normale e un Administrator (riconoscibile dal SID).

Un effetto collaterale è che anche gli utenti Amministrativi rientrano nel settaggio dell’UPD e quindi vi ritroverete il profilo dell’administrator nel disco virtuale, sia che esso sia di dominio o locale

Essendo normali file vhdx possiamo montarli nel modo tradizionale e vederne il contenuto nonchè modificarlo, a patto che il file non sia ovviamente utilizzato in quel preciso momento. Vi chiederete come individuare un file specifico visto che il nome contiene il SID e non lo username, in questo caso possiamo utilizzare l’utility Sidder disponibile nel Technet.

Una volta scaricato ed eseguito il file dovete scegliere il percorso contenente i file vhd e quindi avrete i nomi degli utenti in chiaro:

Sidder

Per ogni file vhdx è presente il nome originale, l’ultima volta che è stato modificato, il nome utente e la dimensione effettiva del file. Inoltre se l’icona del file è rossa significa che il virtual disk in quel momento è in uso.

Selezionando un file e cliccando sulla X in basso a destra è possibile cancellare il file.

Vediamo ora cosa succede effettivamente sul disco in questo caso:

Cartella users

Come si può notare la cartella dell’utente, Andrea nel nostro caso, è di fatto un collegamento al disco virtuale vhdx montato dal sistema, lo vediamo ancora meglio in un quadro DOS:

25/05/2019 11:43 <JUNCTION> andrea [\??\Volume{5f242cb1-0000-0000-0000-100000000000}\]

Da questa immagine possiamo anche notare che nel caso fosse presente sul server il profilo degli utenti prima della configurazione di UPD, questo viene rinominato in <username>.BACKUP-0 e non utilizzato.

A questo punto la configurazione è terminata e non vi resta che far loggare i vostri utenti.

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